LXC (Linux Containers) e OpenVZ sono due popolari tecnologie di virtualizzazione a livello di sistema operativo, cioè permettono di creare e gestire “container” che condividono lo stesso kernel del sistema operativo host, ma hanno un ambiente di esecuzione isolato con il proprio file system, utenti, di rete, ecc.
La differenza principale tra LXC e OpenVZ risiede nel loro approccio alla virtualizzazione e nelle funzionalità che offrono.
OpenVZ è una tecnologia più vecchia, datata 2000, ed è una soluzione molto completa che offre molte funzionalità, tra cui un sistema di gestione delle risorse avanzato, un programmatore del processore fair-share, checkpointing e migrazione live. Tuttavia, OpenVZ è strettamente legato a un particolare kernel Linux (una versione modificata del kernel Linux), il che significa che non è possibile utilizzarlo su un kernel standard o su altre distribuzioni Linux.
D’altra parte, LXC, introdotto nel 2008, è un’implementazione più recente e leggera della virtualizzazione a livello di sistema operativo. È più flessibile in termini di requisiti del kernel e può essere utilizzato con qualsiasi kernel Linux che supporti i namespaces, i cgroups e alcune altre caratteristiche. Non offre tutte le funzionalità avanzate di OpenVZ, ma è più portabile e meglio integrato con il sistema operativo Linux sottostante.
In sintesi, OpenVZ può essere una scelta migliore se si ha bisogno di funzionalità avanzate e non si prevede di cambiare spesso distribuzione o versione del kernel Linux. LXC può essere preferibile se si desidera una soluzione più leggera e portabile che funzioni con un ampio range di sistemi Linux.
È importante notare che entrambe queste tecnologie stanno gradualmente perdendo popolarità a favore di Docker, una soluzione di virtualizzazione a livello di sistema operativo più recente e più flessibile che fa uso intensivo delle immagini di container, rendendo quindi più semplice la distribuzione di applicazioni in diversi ambienti.
