RSYNC è uno strumento utile e versatile che può essere utilizzato per sincronizzare i file tra diverse macchine o directory. Tra le altre cose, l’RSYNC ha l’abilità di sincronizzare solo i file eliminati, che può essere utile in una varietà di situazioni.
Prima di tutto, per utilizzare RSYNC, ti assicura di avere l’accesso SSH alle macchine con le quali stai cercando di sincronizzare i file. Senza questo, non sarai in grado di accedere alle directory ed ai file necessari.
Il comando base di RSYNC per sincronizzare i file eliminati è il seguente:
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rsync -av —delete source/ destination/
```
In questo comando, l’opzione `—delete` indica a RSYNC di eliminare i file nella directory di destinazione che non esistono nella directory sorgente. La ‘-a’ sta per ‘archive’, che preserva i permessi, i collegamenti simbolici, ecc., e ‘-v’ sta per ‘verbose’, che fornisce un output più dettagliato del processo.
Supponiamo ad esempio di avere due cartelle, “CartellaA” e “CartellaB”. Se un file viene eliminato da “CartellaA”, con il comando precedente, verrà eliminato anche da “CartellaB” per mantenere sincronizzate le due cartelle.
Attenzione, però, ad utilizzare l’opzione `—delete`. Se usato incautamente, si possono perdere dati. È buona norma fare delle prove prima di utilizzare questo comando in produzione.
Se desideri monitorare i cambiamenti nei file senza effettivamente sincronizzare i file eliminati, puoi utilizzare l’opzione `—dry-run`:
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rsync -av —delete —dry-run source/ destination/
```
Il comando `—dry-run` indica a RSYNC di fare un’operazione di prova, fornendo un resoconto di ciò che avrebbe fatto senza attuare effettivamente le modifiche.
Queste informazioni sono state trovate consultando le pagine del manuale di “rsync” (https://linux.die.net/man/1/rsync) e delle risorse online come il tutorial di DigitalOcean su come usare RSYNC per sincronizzare i file su Ubuntu (https://www.digitalocean.com/community/tutorials/how-to-use-rsync-to-sync-local-and-remote-directories-on-a-vps).
RSYNC è uno strumento molto potente e versatile. Può richiedere un po’ di pratica per abituarsi alle sue funzioni, ma una volta imparato, può diventare uno strumento indispensabile per la gestione dei file.